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HO VISSUTO IN 9 PAESI NEL MONDO E DAL 1991 RISIEDO IN BRASILE, MIO PAESE D’ELEZIONE. IL BRASILE É PER VIVERE MEGLIO E PIÙ FELICI ED INCONTRARE REALI PRIORITA'. È PER SMETTERE DI LAVORARE PENSANDO COSTANTEMENTE A QUEI 20 GIORNI DI VACANZA ALL’ANNO INVECE DI VIVERE E LAVORARE IN UN LUOGO CHE CI SODDISFA TANTO DA NON AVER BISOGNO D’ANDARE IN VACANZA. IN ITALIA LE PERSONE VIVONO MALE E NON SONO FELICI, ALL’OPPOSTO I BRASILIANI SONO RISULTATI IN ASSOLUTO LA POPOLAZIONE CON PIÙ SODDISFAZIONE/FELICITÂ/SPERANZA NEL FUTURO. RACCONTO ESPERIENZE E COSA SUCCEDE DA QUESTE PARTI. MAGARI DECIDETE DI VENIRCI A VIVERE PURE VOI.

lunedì 11 giugno 2012

CUCINARE ITALIANO IN BRASILE



Ho da anni la passione per la cucina, so cucinare molto bene, ho posseduto e diretto diversi ristoranti e sono autore d’un libro sull’argomento.
Adoro la cucina italiana ma quando sono in Brasile non vado mai in un ristorante italiano per non arrabbiarmi, scelgo semmai ristoranti di cucina brasiliana. La gastronomia brasiliana è variata e niente male ma saltuariamente desidero mangiare piatti italiani. Per soddisfare il desiderio cucino  io a casa mia gustandomi il pasticcio di tagliatelle, il baccalà alla vicentina o il brasato che dir si voglia, preparati come si deve. Purtroppo però non sempre è facile procurarsi gli ingredienti necessari. 
Nel Paranà, per esempio, lo Stato dove mi trovo ora, non si trovano acciughe ne fresche ne sotto sale. 
Mi sono arrangiato preparando da me sarde sotto sale. Due mesi d’attesa perché “maturino” ma il risultato è stato accettabile, certo mica come le acciughe... lo sò bene io che ho vissuto in Sicilia a Sciacca dove si producono.
I funghi secchi qui si trovano, non i porcini italiani, cileni invece, ma saporiti e niente male. Li uso anche in molte altre ricette. 
Il tonno sottolio non è quello sardo di Carlo Forte o siciliano ma risulta accettabile.
Per il brodo sono a posto, lo faccio io come si deve.
Il burro, se si cerca se ne trova di eccellente, artigianale, come difficilmente succede in Italia.
Il punto più dolente è il parmigiano: si trovano prodotti nazionali ma sono una mezza porcheria ed oltretutto carissimi, quello importato dall’Italia è disponibile solo nelle capitali e a prezzi da sceicchi.
La città che offre in assoluto la più vasta gamma di prodotti, alimentari e non, è São Paulo. Megalopoli di circa 18 milioni di persone e capitale economica del paese offre tutto ciò di cui ci si può immaginare. Cercate una speciale spezia che cresce solo in una remota regione delle steppe della Mongolia e che si deve raccogliere obbligatoriamente durante quella specifica settimana all’anno? A São Paulo la potete trovare, certo, dovete cercarla un pochino, ma prima o poi salta fuori. A São Paulo tutto si trova e tutto si perde, tra le sue periferie e baraccopoli si perdono le speranze di chi è arrivato dal Nord Est del Paese in cerca di fortuna, si perdono gli automobilisti che osano sporgere il naso fuori dagli abituali percorsi stradali conosciuti da anni, si perdono le innocenze in una città che esige di diventar grandi in fretta, si perdono le dolcezze che da sempre riempivano il fondo degli occhi dei sognatori e dei poeti.
São Paulo esige che si rinasca in altre forme e con altre capacità altrimenti ne vivrai sempre ai margini. O si ama quella città o la si odia formando così due opposte fazioni, una delle quali si chiama Rio de Janeiro e la sua differente filosofia di vita brasiliana.
Se si è alla procura di qualcosa d’inusuale però a meno che non si viva a São Paulo bisogna un po arrangiarsi, ma comunque in Brasile le imperfezioni negli ingredienti sono ampiamente compensate dagli effetti psichici sulla preparazione del cibo dovuti a: cordialità generale, ritmo e cultura di vita, assenza dei nostri politici, bellezze naturali, clima, sano spirito godereccio, la scala delle priorità, e naturalmente  le varie Josefinas, Marias Joanas, Paulas, Annas, Fabiolas che collaborano non poco per migliorare l’armonia e la soddisfazione, il risultato culinario se ne avvantaggia eccome, credetemi. Se vi raccontassi l’influenza positiva di Marlì mentre preparavo dei semplici spaghetti al pomodoro...
Anche la buona musica influisce naturalmente, in questo momento sto ascoltando a volume molto molto alto i grandi B-52’s, hanno un pezzo che si chiama “Quiche Lorraine”, è tutto un programma di torte salate... ma qui siamo in altre preparazioni.

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